Il racconto di Rossana Mauro

Eccoci qui, dopo l’incontro, con il cuore colmo di gioia.
È stato un tempo per ritrovarci, di dialogo, di scambio e narrazioni, di informazione, aggiornamento e, poi, di riflessioni e crescita.
È stato anche un tempo in cui gustare i piatti tipici dell’agriturismo preparati dagli affidatari Raffaella e Joseph: davvero una bella serata insieme!!!

Il racconto della serata di Rossana Mauro – Gruppo In Rete per l’Affido

L’estate rappresenta la nascita di momenti brevi da ricordare, Lo scenario di ciò che sarà, è il periodo in cui per un momento ti senti un altro. Tutto assume un profumo diverso. Il tempo sembra non fermarsi.
Mai come ora l’attesa di questo periodo ci è sembrata eterna, il Covid ha fatto emergere delle sensazioni che credevamo sopite da tempo, l’incertezza del domani.
Ed ecco che arriva la nostra ultima sera, quella in cui le famiglie affidatarie si salutano dopo un inverno intenso di incontri e condivisione (da Marzo in videochiamate). Ci siamo trovati in un agriturismo, agli inizi di Luglio, serata fantastica, immersa nel verde, vicini ma distanti. Il tempo, cosi come le nostre conversazioni, assume forme diverse.

All’inizio parliamo gradevolmente della nostra quarantena per entrare, successivamente, in una conversazione più personale ed allora, come a voler accompagnarci, arriva il temporale. Cosi ecco spuntare la nostra vita, come il tempo, con tutte la sua versatilità.
La parola stessa “affido” muove dentro ognuno di noi delle diverse sensazioni, la scelta, come punto focale della nostra vita, il turbinio, la resilienza, l’ incertezza delle scelte fatte o da fare. Il lungo percorso dove ogni nostro movimento è fragile. La fragilità, che in questo nostro viaggio non è una debolezza ma il significato della parola amore, assume un significato distinto “rompere per ricostruire”.
Le paure dei primi passi come famiglia affidataria, i dubbi, le domande e le testimonianze a far luce dentro di noi. L’ascoltarsi per ascoltare. Non è facile, mai e poi mai, anzi è un percorso dove si cammina sui sassi. I sassi che all’inizio fanno male ma lentamente diventano dei punti importanti del nostro percorso. Il dolore si trasforma, per i ragazzi, nell’opportunità di conoscere un mondo diverso e per le famiglie affidatarie una crescita umana che rimarrà indissolubile per sempre nei cuori.

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